Donizetti e Puccini per due atti unici curiosamente affiancati. Da un lato Rita, un vaudeville di Gustave Vaëz musicato da Donizetti nel 1839 ma rappresentato nel 1860, ben dodici anni dopo la morte del compositore, dall’altro Gianni Schicchi, autentico capolavoro di comicità andato in scena per la prima volta nel 1918, in cui parola, musica e azione scenica risultano mirabilmente fuse. In entrambe le opere il motore della trama è un documento da recuperare. In Rita l’oggetto del contendere è il vecchio certificato di nozze che l’ex marito della protagonista cerca disperatamente, intenzionato com’è a risposarsi ma temendo di essere accusato di bigamia. In Gianni Schicchi invece il documento da occultare è il testamento di un facoltoso mercante che ha lasciato tutto ai frati diseredando i discendenti. I parenti, decisi ad impedire l’esecuzione delle sue volontà, chiedono aiuto all’arguto Gianni Schicchi. In un valzer di situazioni, equivoci e colpi di scena, a volte esilaranti, i due atti unici scorrono fluidi e piacevoli. In particolare Rita, il meno noto tra i due, si rivela essere un piccolo capolavoro per maestria musicale e drammaturgica, eloquente testimonianza della capacità mimetica di adattamento ai diversi generi di Donizetti.

TEATRO COMUNALE MARIO DEL MONACO
Corso del Popolo 31
31100 Treviso TV

ORARIO: 16:00